Regione Marche
L'opera Brasserie , ferma l'immagine di un angolo di Parigi, città prediletta da Orfeo Tamburi, in cui l'artista ci si reca per la prima volta nel 1935 e dove decide di trasferirsi nel 1947.
L'incontro artistico con Cézanne avvenuto già verso gli anni trenta, depura la già pulita visione di Tamburi da qualsiasi intrusione ideologica e sentimentale spingendolo verso la comprensione della logica interna delle immagini. Nascono da questa continua ricerca verso la visione essenziale, la serie di opere dedicate al paesaggio urbano di Roma , Parigi e di diverse città americane a cui gli viene chiesto di catturare il volto.
Nelle vedute, l'immediatezza dello sguardo è regolata entro accordi spaziali e ritmi di movimenti che lasciano uscire il sapore poetico dell'immagine in un elegante gioco di forme geometriche.
Familiari sono a Orfeo Tamburi i palazzi, dal gusto tutto parigino, che ospitano le Brasserie in cui la presenza umana è evocata da quattro sedie che perfettamente si inseriscono nella logica spaziale della visione.
Niente di malinconico caratterizza la scena, ma un'intima visione che con un accenno di profondità, lascia la traccia viva di un luogo reale e conosciuto.
Numerosi gli spazi rettangolari che traducono le finestre, quel motivo su cui Tamburi, continuando la sua personale ricerca, centrerà nel suo obbiettivo.
Le finestre, segno del confine valicabile tra interno ed esterno, diventano il soggetto su cui Orfeo Tamburi tenta le sue sperimentazioni artistiche, mosse da quel clima culturale sviluppatosi negli anni '50, venendo così combinate in sequenze orizzontali, verticali fino a diventare un pattern nell'intero spazio di una tela.
Non giunge mai comunque ad esiti informali; l'attaccamento al reale nella sua essenza più pura segna ed identifica tutta l'opera di Orfeo Tamburi.