La nota della Lega sugli avvisi di accertamento dell’imposta pubblicità contiene tanti e tali inesattezze che verrebbe da pensare che sia stata scritta da chi di commercio e di norme non è per nulla avvezzo.
Sostenere infatti che l’applicazione di questa legge sia rimasta nel cassetto per alcuni anni e che sia sta rispolverata per far cassa è talmente grave che la Lega, se davvero lo crede, dovrebbe rivolgersi alla Corte dei Conti per aprire un’indagine.
In realtà, la legge è regolarmente applicata ogni anno, come confermano per altro le informazioni puntualmente diffuse dal Comune sul recupero dell’evasione dove viene anche espresso il valore dell’accertamento sull’imposta pubblicità e sulle altre tasse date in concessione (Tosap e affissioni). Infatti ogni anno l’Abaco, vale a dire la società concessionaria dell’imposta pubblicità, effettua controlli a tappeto sul territorio proprio per accertare che le tasse vengono regolarmente pagate da tutti e laddove riscontra anomalie provvedere per legge a segnalarle.
La pubblicità, come noto, va sempre dichiarata dal titolare di una qualsiasi attività all’Abaco (la sede è in Via Castelfidardo 11) che determina l’imposta e che provvede dall’anno successivo a far recapitare correttamente il bollettino di pagamento fino a che permane la pubblicità stessa.
Ed infatti gli avvisi di accertamento con scadenza 31 gennaio 2020 (scadenza che riguarda anche i normali avvisi di pagamento) di cui si fa menzione nel comunicato, hanno riguardato quegli esercizi che, nel corso del 2019, hanno inserito una pubblicità senza averne fatto relativa denuncia (e riguarda solo quell’anno di imposta). Nessuna “foto a tradimento”, nessuna vessazione, semplicemente il rispetto delle regole secondo il principio che le tasse, se le paghiamo tutti, le paghiamo di meno.

Comune di Jesi

Jesi, 31 gennaio 2020