Santuario della Madonna delle Grazie

In vicinanza alla chiesa di San Nicolò, un'edicola dove era affrescata l'immagine della Vergine venne trasformata in chiesa nel 1456, per ringraziare la Madonna di aver liberato la città dalla peste.
Nel 1470 l'immagine della Vergine venne di nuovo affrescata, e fu venerata nelle diverse invocazioni di "Santa Maria della Misericordia", "del Soccorso", “delle Grazie".
Per officiare la Cappella vennero chiamati i Frati Carmelitani che le costruirono attorno una chiesa dedicata alla Madonna del Carmine, che fu completata nel 1509.
Nel 1557 si ricorda un altro intervento della Madonna delle Grazie durante la liberazione di Jesi dalle truppe francesi ad opera di un manipolo di soldati guidati dal Gonfaloniere Roberto Santoni.
Due quadri collocati a fianco dell'affresco della Vergine, dipinti dal pittore veneto Angelo Zona nel 1843 e dallo jesino Luigi Mancini nel 1850, stanno a ricordare gli interventi miracolosi della Madonna contro la peste e contro i francesi.
Verso il 1619 venne eretto l'attuale campanile dalla caratteristica cuspide ottagonale, mentre dal 1751 al 1756 la chiesa venne completamente ristrutturata in stile barocco su disegno dello jesino Nicola Maiolatesi.
Sui cinque altari laterali sormontati da colonne e pregevoli decorazioni a stucco, vennero collocate altrettante tele raffiguranti i misteri della vita di Cristo, dipinte dal fabrianese Luigi Lanci, tranne la "Natività", realizzata nel 1759 dall'artista anconetano Nicola Bertucci. Anche la Cappellina venne riadattata al nuovo gusto artistico dell'epoca e secondo il progetto di Mattia Capponi, mentre le decorazioni della volta furono eseguite da Luigi Lanci.
I Carmelitani, che vennero allontanati nel periodo napoleonico e subito dopo l'Unità d'Italia, sono di nuovo custodi del Santuario delle Grazie, ospitati nell'attiguo convento completato nel 1624 con la costruzione del chiostro, caratterizzato dalle lunette affrescate con storie della vita di Santa Teresa d'Avila.

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