Antica residenza gentilizia dei marchesi Colocci Vespucci, costruita nella seconda metà del XVI secolo.
I mobili, gli oggetti e i numerosi quadri che arredano le diverse stanze permettono di scoprire lo stile di vita di una delle più importanti famiglie aristocratiche jesine.
Si ha notizia che il palazzo fosse già di proprietà dei Colocci nel 1435. Il marchese Angelo, noto umanista, filologo, mecenate, nonché uomo politico[1], chiese l'autorizzazione al Comune di Jesi nel 1475 di anteporre un portico alla facciata. Infatti, ai due lati del portale si notano i segni di due archi cinquecenteschi. Nel corso dei secoli alcune parti furono modificate in base alle esigenze delle generazioni delle famiglie nobili che ci hanno vissuto. I Colocci nel 1513 chiesero al Comune l'autorizzazione ad ampliarlo. Il palazzo assunse una veste rinascimentale, e quei lavori durarono fino al 1596.
In questo palazzo hanno vissuto gli ultimi discendenti dei Colocci e del navigatore fiorentino Amerigo Vespucci. L'ultima discendente è stata la Marchesa Cristina Colocci Vespucci che ha lasciato al Comune di Jesi una consistente porzione dell'edificio ed una quantità impressionante di beni antichi, tra cui dipinti e sculture, oggetti artistici, armi ed armature e cose di famiglia utilizzate dal casato e una grande quantità di documenti storici affinché vi fosse realizzato un museo a memoria della loro stirpe ed in omaggio ai suoi concittadini.
Palazzo Colocci ospita al suo interno l'Archivio Colocci – Vespucci e la Casa Museo Marchese Adriano Colocci Vespucci che, dopo molti anni di chiusura, è stata riaperta al pubblico nel 2013.