Jesi si mobilita per la marcia della Pace

Si informa che in occasione della manifestazione nazionale contro la guerra in programma sabato prossimo a Roma partiranno dalla nostra città quattro pullman, mentre alla stazione farà tappa un treno speciale che muoverà alla volta della Capitale alle 7,10 per far ritorno intorno a mezzanotte. Per informazioni e prenotazioni sia per i pullman sia per il treno, gli interessati possono rivolgersi alla segreteria della presidenza del Consiglio comunale (tel.0731/538214) presso la residenza municipale.

Il Consiglio comunale, come noto infatti, nella sua ultima seduta ha approvato all'unanimità dei suoi componenti un ordine del giorno con il quale, nell'esprimere la propria posizione di netta contrarietà allo sviluppo di operazioni militari di guerra in Iraq, aderisce alla manifestazione nazionale di Roma. Tale documento - presentato su invito del coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e sostenuto dalla Consulta della pace di Jesi - prevede anche la partecipazione a Roma di una delegazione del Consiglio comunale guidata dal presidente Massimo Fiordelmondo con la presenza del Gonfalone della città di Jesi, l'esposizione della bandiera della pace presso la residenza municipale, l'affissione di manifesti e una ampia informazione sulla rete civica comunale.

Nel documento approvato, il Consiglio comunale esprime la convinzione che "un eventuale attacco militare in Iraq, se non preceduto da una seconda risoluzione del Consiglio di Sicurezza, appare inaccettabile in quanto atto di aggressione verso una nazione, con la logica della guerra preventiva, nuova dottrina consolidata del governo americano; controproducente, perché gli esiti di un intervento militare in Iraq sono difficilmente prevedibili e probabilmente costituirebbero elemento di destabilizzazione rispetto sia all'assetto futuro del paese, sia agli equilibri geopolitici della regione; pericoloso, perché il ricorso alla guerra preventiva, che non trova alcun riscontro nella Carta delle Nazioni Unite, costituirebbe un pericolosissimo precedente nell'ambito delle relazioni internazionali, che aprirebbe la strada alla possibilità di legittimare un intervento militare sul sospetto anziché sul principio di autodifesa, allargando lo spettro dei potenziali conflitti all'infinito e prospettando scenari di guerra permanente. L'accettazione di un intervento militare, o comunque la disponibilità per l'utilizzo delle basi italiane all'operazione di guerra - conclude il documento del Consiglio comunale - si pone in contrasto con l'art.11 della Costituzione della Repubblica che ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie nazionali".

L'Amministrazione comunale

Jesi, 12 febbraio 2003

Jesi si mobilita per la marcia della Pace

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